Se coloro che si comunicano sulle mani provano un qualche disagio, esso è fondato teologicamente, normativamente e praticamente.
Don Marco B. sul blog di A. M. Valli
Auxilia ad Missam in forma ordinaria celebrandam secundum Œcumenicum Concilium Vaticanum II
Se coloro che si comunicano sulle mani provano un qualche disagio, esso è fondato teologicamente, normativamente e praticamente.
Don Marco B. sul blog di A. M. Valli
Dal blog di E. Bianchi:
In ambito cattolico resta la libertà, per il fedele, di ricevere la comunione in bocca secondo le leggi della chiesa. Perché allora questo accanimento a voler imporre la comunione sulla mano? Possibile che si ricada sempre nel rigidismo e non si accetti che questo momento possa essere vissuto in modalità diverse da fratelli e sorelle?
Leggi il post completo qui.
Mons. Bruno Musarò, Apostolicus Nuntius apud Rempublicam Costaricensem
Dal blog Duc in altum di A. M. Valli:
Non abbiate paura di presentarvi davanti al sacerdote senza le mani tese, facendo capire che volete fare la Comunione in bocca. Anzi, molto meglio in ginocchio, per testimoniare la nostra fede nella Presenza Reale di Gesù.
(Articolo completo qui)
In nome dell’epidemia causata dal Coronavirus si è provato a imporre la Comunione sulla mano in quanto modo sanitariamente più sicuro. Ciò è tutto da dimostrare. Però il vero problema è teologico: la Comunione sulla mano è un indulto – e non una legge universale – che veicola un’idea di Cristianesimo, oltre che di Messa e di Eucaristia. Perché non partire dalla Comunione in bocca e in ginocchio per invertire una tendenza che sembra ormai inesorabile: lo svuotamento delle nostre parrocchie. Non potremmo fare anche quest’esperimento pastorale?
Se il mondo si corrompe, non lamentiamoci: il sale del cristianesimo è diventato insipido. E le nostre liturgie, come se Egli non fosse presente e ascoltasse: danze vuote intorno al vitello d’oro che siamo noi stessi. Siamo noi chierici a favorire la secolarizzazione: la pagheremo cara, disse Giovanni Paolo II! E lo vediamo.
Per non metterci in ginocchio davanti a Cristo, ci stiamo inginocchiando davanti al mondo. “Quanti padroni finiscono per avere quelli che rifiutano l’unico Signore” (S. Ambrogio).
L’intero post di mons. Nicola Bux qui.
Dal sito de La Nuova Bussola Quotidiana:
“Da sabato 9 aprile in Croazia la vita è tornata a essere (quasi) normale. A motivo della scarsa incidenza della variante Omicron sulla salute pubblica, il Comando nazionale di protezione civile ha revocato quasi tutte le misure restrittive.
Sono state abolite tutte le misure restrittive in vigore anche in ambito ecclesiale. È stato quindi abolito l’obbligo di ricevere la Comunione solamente sulla mano e di igienizzare le mani all’ingresso in chiesa, è stato reintrodotto il segno della pace ed è nuovamente permesso porre l’acqua benedetta nelle acquasantiere delle chiese. Allo stesso modo, i sacerdoti non dovranno più igienizzare le mani o indossare la mascherina al momento di distribuire la Comunione ai fedeli”.
Qui il comunicato ufficiale della Conferenza Episcopale Croata.
Vjernike i žitelje Hrvatske obradovala je vijest kako se ove subote 9. travnja ukidaju sve epidemiološke mjere, nakon dvije godine epidemije Covida-19 i brojnih ograničenja koja su tim povodom propisivana.
Kompletno izdanje ovdje.
Evo dopisa kardinala Josipa Bozanića, zagrebačkog nadbiskupa:
Drago nam je da ćemo ponovno moći živjeti susrete s Gospodinom i međusobno u punini i raznolikosti liturgijskih gesta. Premda se dokidaju i druge odredbe, izdvajam tri, to jest one koje su našim vjerničkim zajednicama najviše nedostajale:
a) Od danas se pričest može primati na oba načina: na ruke i na jezik.
b) U liturgijskim slavljima ponovno se može koristiti gesta pružanja mira.
c) Neka na ulazu u crkve budu posude s blagoslovljenom vodom.
Dal comunicato sulla fine dello stato di emergenza COVID-19 sul sito della Conferenza Episcopale Italiana:
[Dal 1° aprile 2022] i Ministri continueranno a indossare la mascherina e a igienizzare le mani prima di distribuire l’Eucaristia preferibilmente nella mano.
“Preferibilmente” non significa “obbligatoriamente”…