The 1552 Institution of Anglican Communion in the Hand

Anglican communion in the hand was mandated in the Prayer Book of 1552 specifically to disabuse congregants of any belief in the Real Presence.
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Communion in the hand was one of a slew of changes deliberately instituted to undermine belief in the Real Presence.
I am not suggesting the architects of Catholic communion in the hand had the exact same motives as Cranmer, but the fact remains that symbols mean things; they convey objective messages about what we believe and how we act those beliefs out ritually. The deliberate altering of long-established symbolic actions will result in a corresponding shift in what we be believe we are doing. The Anglican reformers clearly understood this principle, which is why Cranmer’s 1552 order mandated communion in the hand as deliberate gesture to erode belief in Transubstantiation.
The single greatest thing our bishops could do to bolster belief in the Real Presence is mandate communion kneeling on the tongue. Why don’t our own bishops understand what was so plainly evident to the likes of Thomas Cranmer?

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Resumen Ejecutivo de la Encuesta de la Coalición de la Presencia Real a Católicos Laicos de EE. UU.

Muchos encuestados abogan por recibir la Eucaristía arrodillados y en la lengua, reflejando mayor reverencia y respeto por la Presencia Real de Cristo en la Eucaristía.
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Se expresaron preocupaciones sobre la práctica de recibir la Comunión en la mano, ya que se cree que conduce a una pérdida de reverencia y aumenta el riesgo de profanar la Eucaristía.

Resumen completo de la encuesta aquí.

Groundbreaking Survey of U.S. Catholics Reveals Path to Restoring Eucharistic Belief

Many respondents advocate for the reception of the Eucharist kneeling and on the tongue, reflecting greater reverence and respect for the Real Presence of Christ in the Eucharist.

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Concerns were raised about the practice of receiving Communion in the hand, as it is believed to lead to a loss of reverence and increases the risk of profaning the Eucharist.

Survey results here.

I Cattolici statunitensi in maggioranza vogliono un solenne culto liturgico riverente e ricevere la Santa Comunione sulla lingua

Alla domanda su cosa abbia contribuito maggiormente alla perdita di fede nell’Eucaristia, gli intervistati hanno citato in modo schiacciante: la ricezione della Santa Comunione in mano, in piedi, con quasi il 58% che ha affermato che ha avuto il “maggiore” livello di impatto.

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La maggioranza ha anche affermato che l’uso di ministri straordinari dell’Eucaristia, la sostituzione della musica sacra con musica contemporanea, la fine del culto ad orientem, la rimozione delle balaustre all’altare, la mancata celebrazione di eventi eucaristici come l’adorazione e le processioni, il declino della bellezza nell’architettura e nella liturgia delle chiese, la perdita del silenzio e la crisi degli abusi del clero hanno avuto un impatto “importante” o “il più grande”.

Leggi l’articolo completo qui.

Sacred Gestures and Symbols: Why Communion in the Hand is Unacceptable

Receiving Communion from the hand of the priest who is acting as alter Christus encapsulates in a very significant way the entire doctrine of the Church, which tells us that, regarding our salvation, the initiative and its fulfillment belongs to God.

Read the full article by Robert Lazu Kmita on The Remnant website here.

Traduzione in Italiano sul blog di A. M. Valli qui.

La Comunione ricevuta sulla lingua e in ginocchio

Dal sito del Vaticano:

La più antica prassi di distribuzione della Comunione è stata, con tutta probabilità, quella di dare la Comunione ai fedeli sul palmo della mano. La storia della liturgia evidenzia, tuttavia, anche il processo, iniziato abbastanza presto, di trasformazione di tale prassi. Sin dall’epoca dei Padri, nasce e si consolida una tendenza a restringere sempre più la distribuzione della Comunione sulla mano e a favorire quella sulla lingua. Il motivo di questa preferenza è duplice: da una parte, evitare al massimo la dispersione dei frammenti eucaristici; dall’altra, favorire la crescita della devozione dei fedeli verso la presenza reale di Cristo nel sacramento.

All’uso di ricevere la Comunione solo sulla lingua fa riferimento anche san Tommaso d’Aquino, il quale afferma che la distribuzione del Corpo del Signore appartiene al solo sacerdote ordinato. Ciò per diversi motivi, tra i quali l’Angelico cita anche il rispetto verso il sacramento, che «non viene toccato da nessuna cosa che non sia consacrata: e quindi sono consacrati il corporale, il calice e così pure le mani del sacerdote, per poter toccare questo sacramento. A nessun altro quindi è permesso toccarlo fuori di caso di necessità: se per esempio stesse per cadere per terra, o in altre contingenze simili» (Summa Theologiae, III, 82, 3).

Lungo i secoli, la Chiesa ha sempre cercato di caratterizzare il momento della Comunione con sacralità e somma dignità, sforzandosi costantemente di sviluppare nel modo migliore gesti esterni che favorissero la comprensione del grande mistero sacramentale. Nel suo premuroso amore pastorale, la Chiesa contribuisce a che i fedeli possano ricevere l’Eucaristia con le dovute disposizioni, tra le quali figura il comprendere e considerare interiormente la presenza reale di Colui che si va a ricevere (cf. Catechismo di san Pio X, nn. 628 e 636). Tra i segni di devozione propri ai comunicandi, la Chiesa d’Occidente ha stabilito anche lo stare in ginocchio. Una celebre espressione di sant’Agostino, ripresa al n. 66 della Sacramentum Caritatis di Benedetto XVI, insegna: «Nessuno mangi quella carne [il Corpo eucaristico], se prima non l’ha adorata. Peccheremmo se non l’adorassimo» (Enarrationes in Psalmos, 98,9). Stare in ginocchio indica e favorisce questa necessaria adorazione previa alla ricezione di Cristo eucaristico.

In questa prospettiva, l’allora cardinale Ratzinger aveva assicurato che «la Comunione raggiunge la sua profondità solo quando è sostenuta e compresa dall’adorazione» (Introduzione allo spirito della liturgia, Cinisello Balsamo, San Paolo 2001, p. 86). Per questo, egli riteneva che «la pratica di inginocchiarsi per la santa Comunione ha a suo favore secoli di tradizione ed è un segno di adorazione particolarmente espressivo, del tutto appropriato alla luce della vera, reale e sostanziale presenza di Nostro Signore Gesù Cristo sotto le specie consacrate» (cit. nella Lettera This Congregation della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti del 1° luglio 2002: EV 21, n. 666).

Giovanni Paolo II nella sua ultima enciclica, Ecclesia de Eucharistia, ha scritto al n. 61:

«Dando all’Eucaristia tutto il rilievo che essa merita, e badando con ogni premura a non attenuarne alcuna dimensione o esigenza, ci dimostriamo veramente consapevoli della grandezza di questo dono. Ci invita a questo una tradizione ininterrotta, che fin dai primi secoli ha visto la comunità cristiana vigile nella custodia di questo “tesoro”. […] Non c’è pericolo di esagerare nella cura di questo Mistero, perché “in questo Sacramento si riassume tutto il mistero della nostra salvezza”».

In continuità con l’insegnamento del suo Predecessore, a partire dalla solennità del Corpus Domini del 2008, il Santo Padre Benedetto XVI ha iniziato a distribuire ai fedeli il Corpo del Signore, direttamente sulla lingua e stando inginocchiati.

Stop Komunii Świętej na rękę!

Dla wiernych Kościoła katolickiego tradycyjne udzielanie Najświętszego Sakramentu jest istotne również ze względu na minimalizację występowania sytuacji, gdy osoby otrzymujące Hostię na rękę nie spożywały Jej, lecz wykorzystywały w innych celach lub udostępniały Ją innym osobom, doprowadzając do znanych i opisywanych w mass mediach przypadków profanacji Ciała Chrystusa.