Antiphonarium Temporis Paschalis

Mons. Andrea Caniato, canonico della Cattedrale di Bologna, sta compilando il repertorio gregoriano delle antifone della Liturgia delle Ore, secondo l’Ordo Cantus Offici (II edizione).
Si tratta di una versione completa per il canto della Liturgia delle Ore (lasciando il canto dei Salmi in lingua vernacola).
Non sempre c’è corrispondenza tra i testi della Liturgia Horarum e le antifone previste per il canto, ma si tratta comunque di variazioni stabilite e approvate, contenute in un testo liturgico ufficiale.
Mons. Caniato generosamente condivide ora con noi la parte relativa al Tempo di Pasqua. In futuro ci manderà gli altri periodi liturgici.
Tra l’altro, è possibile notare che l’antifonario della Liturgia delle Ore contiene molto materiale che può essere utilizzato anche per la s. Messa, in analogia a quanto proposto dal Graduale Simplex.
Le antifone sono infatti molto più accessibili rispetto ai canti del Graduale.

Ringraziamo mons. Caniato per l’impegno e la generosità!

Potete scaricare l’Antifonario del Tempo di Pasqua qui.

 

Nuovo Messale e liturgia: “damnatio memoriæ” contro Benedetto XVI?

Qual è il legame tra il “nuovo Messale” e il magistero liturgico del Sommo Pontefice Benedetto XVI? La risposta sembra essere: nessuno, almeno non nello specifico. Di qui ognuno potrà trarre da sé un criterio di giudizio oggettivo per valutare l’operazione. Circa la quale, a essere sinceri, vanno ammessi due possibili commenti. Il primo è che quella di Benedetto XVI sia stata una parentesi infelice nella storia della Chiesa, e quindi facciamo proprio bene a lasciarcela alle spalle, e anzi bisogna render onore ai prelati nostrani che con tanta finezza stanno evitando di apertamente sconfessare l’imbarazzante operato del vecchio Pontefice emerito. Il secondo è che quella di Ratzinger sia la via del futuro della Chiesa, al che faremmo bene a ricollegarci a essa quanto prima, e in questo caso, guardando alla nuova traduzione del Messale, possiamo solo sperare che essa comporti un rallentamento nell’adeguamento al Magistero petrino e non implichi un grave distanziamento da esso.

Leggi l’intero articolo di don Marco Begato sdb sul sito di Aldo Maria Valli.

Qui altri articoli di don Marco Begato sdb sul nostro sito.

L’imposizione della Comunione sulla mano: un abuso e una forma di clericalismo

Molti sostengono che le conferenze episcopali regionali e/o il singolo vescovo diocesano possano proibire la Comunione in bocca. Ma è veramente così? Innanzitutto possiamo notare che questi “provvedimenti” sono per lo più semplici comunicati o lettere, presentando quindi delle lacune dal punto di vista formale e giuridico e pertanto non possono in alcun modo abrogare o sospendere la norma generale della Comunione in bocca. Perché è proprio questo il punto fondamentale: la Comunione sulla lingua è la norma generale che regola la distribuzione dell’Eucaristia, confermata in modo solenne dalla Santa Sede con l’Istruzione Memoriale Domini del 29 maggio 1969. Quindi è il legislatore supremo, la Sede Apostolica, ad aver confermato la norma generale della Comunione in bocca. La stessa Istruzione prevede anche la possibilità di chiedere l’indulto della Comunione sulla mano, che dal punto di vista giuridico è una eccezione alla legge e che pertanto non può per sua natura diventare la norma generale. Per questo motivo un vescovo nella propria diocesi può fare tranquillamente un decreto con il quale vieta la Comunione sulla mano (come ha fatto il vescovo di Oruro in Colombia nel 2016), ma non può fare il contrario, ossia vietare la Comunione in bocca.

Leggi qui l’intero articolo di don Federico Bortoli.

Comunione sulle mani. Ecco perché non è solo questione meccanica

In riferimento alla Comunione sulle mani, bisognerebbe sostare a riflettere per capire come muta il mio rapporto con la Verità in base al tipo di manipolazione che permetto rispetto alla Eucaristia. Disporre che solo i sacerdoti consacrati possano manipolare le particole consacrate o al contrario che anche i fedeli ne abbiano facoltà significa aprire a un rapporto ben differente con la realtà manipolata e quindi con la Verità. Ma, a un livello ulteriore, imporre a tutti il secondo tipo di manipolazione significa obbligare tutti a un nuovo tipo di disvelamento. Ora, si badi bene, questa nuova costrizione impone peraltro a tutti un rovesciamento di paradigma, che ci sospinge in massa su di una posizione opposta a quella dei nostri predecessori nella fede (come notato nei precedenti articoli, in realtà ci pone in opposizione anche coi documenti magisteriali finora validi). Infine, tale rivoluzione pratica, cui sarà inevitabilmente connessa una rivoluzione nel rapporto alla verità, ufficialmente non è nemmeno fatta a motivo di fondati ragionamenti teologico-spirituali, ma solo per un adattamento a norme burocratico-sanitarie. Quindi non posso che domandarmi: davvero a partire da un accordo giuridico-medicale siamo disposti a mettere a repentaglio il senso del nostro rapporto con la verità eucaristica?

Leggi l’intero articolo di don Marco Begato sdb sul blog di Aldo Maria Valli.

Leggi qui e qui i precedenti contributi di don Marco Begato sdb sull’argomento.

Parœciæ ad Orientem

Se conoscete qualche parrocchia in cui si celebra con regolarità la s. Messa novus ordo secondo qualcuna di queste modalità:
ad orientem;
– in latino;
– con canto gregoriano;
– con distribuzione della s. Comunione sulla lingua, in ginocchio
segnalatecela all’indirizzo missaadorientem@gmail.com
Saremo lieti di aggiungerla al nostro elenco di parrocchie.

If you know any parishes where the novus ordo holy Mass is celebrated regularly in one of these ways:
ad orientem;
– in Latin;
– with Gregorian chant;
– with distribution of holy Communion on the tongue, kneeling
report it to us at missaadorientem@gmail.com
We will be happy to add it to our list of parishes.

Latino: è morto Cleto Pavanetto, custode dell’antico idioma in Vaticano

Il latinista Cleto Pavanetto, massimo esperto della lingua degli antichi Romani nella Città del Vaticano, collaboratore dei pontefici nella traduzione in latino dei documenti della Santa Sede, è morto ieri a Roma all’età di 89 anni. Il sacerdote salesiano, il cui vero nome era Anacleto e che firmava i libri in latino come ‘Cletus‘, è stato per tutta la carriera accademica professore di lingua e letteratura greca classica e lingua e letteratura latina nella Facoltà di Lettere dell’Università Pontificia Salesiana di Roma. Pavanetto è stato presidente della Fondazione Latinitas, istituita dal papa Paolo VI nel 1976 con il chirografo “Romani sermonis” per promuovere lo studio della lingua e delle lettere latine classiche e cristiane, fino alla sua soppressione da parte di Benedetto XVI nel 2012.