Graduale simplex

Un altro spettacolare dono messo in rete dalla Associazione americana Musica Sacra. Questa volta si tratta del testo completo digitalizzato a colori e reso in file PDF del libro di canto gregoriano per le “chiese minori”, ovvero il “Graduale simplex” postconciliare, l’unico libro di canti nato per mandato esplicito del Concilio Vaticano II (cf. Sacrosanctum Concilium 117) studiato per accompagnare il rito della Messa nella forma ordinaria.
Questo libro completamente scannerizzato contiene testi e melodie gregoriane autentiche, spesso più antiche (e per questo più semplici) dei corrispondenti canti ornati da melismi di difficile esecuzioni che si trovano nel Graduale Romanum. Molte antifone sono riprese anche dall’Ufficio Divino e utilizzate, per l’identità del testo, come introiti, offertori o canti di comunione. È un gran bel libro (leggi qui), che i seminaristi e i cori parrocchiali dovrebbero senza dubbio tener presente e frequentare, sia per imparare il canto semplice dell’ordinario della Messa (è incluso un “Kyriale simplex”), e ancor più per i canti “appropriati” alle diverse solennità e tempi liturgici dell’anno. Una perla poco conosciuta finora. Speriamo che la digitalizzazione ne favorisca la diffusione, secondo lo spirito autentico del Concilio Vaticano II.
Scaricatelo e copiatevelo sui vostri PC! Lo trovate a questo link (84MB) da non perdere, assolutamente.

Testo preso da: Il Graduale Simplex completo in versione digitale e gratis! Stellare! http://www.cantualeantonianum.com/2013/05/il-graduale-simplex-completo-in.html#ixzz5E3iQhvCh
http://www.cantualeantonianum.com

La Messa come la voleva il Concilio – p. Joseph Fessio s.j.

Sorprenderà molti, ma non occorre alcuna autorizzazione per celebrare in latino. Infatti, non è possibile proibirlo, in quanto è ancora la lingua ufficiale della Chiesa cattolica romana e sempre adatta per la Santa Messa.

It may come as a surprise to many, but no permission is needed for celebrating Mass in Latin. In fact, the use of Latin cannot be prohibited. It is still the language of the Roman Catholic Church and always suitable for Holy Mass.

Traduzione italiana di D. Giorgio Rizzieri qui.

Original in English here.

16/3/2003

Le ragioni del ritorno del latino in chiesa

Da milleseicento anni la lingua ufficiale della Chiesa cattolica romana è il latino, come della Chiesa di Costantinopoli è il greco antico, di quella di Mosca lo slavo ecclesiastico, dei luterani il tedesco medievale. Il latino è quindi anche la lingua della liturgia romana, come di altre liturgie occidentali: segno di unità ecclesiale che travalica tempo e spazio, perché collega le generazioni cristiane dai primi secoli sino ad oggi, e perché permette a tutti i cattolici di unirsi in una sola voce; è la chiesa universale che prega per bocca dei suoi figli senza distinzione di razza e cultura.

Articolo completo:

http://lanuovabq.it/it/le-ragioni-del-ritorno-del-latino-in-chiesa

Liturgia e traduzioni, il rovesciamento delle gerarchie

Secondo Giovanni XXIII, se le verità cattoliche fossero affidate alle lingue moderne, soggette a mutamento, il loro senso non sarebbe manifesto con sufficiente chiarezza e precisione, senza il latino mancherebbe una lingua comune e stabile con cui confrontare il significato delle altre (cfr Costituzione apostolica Veterum sapientia, 22 febbraio 1962). Quindi, il latino tutela la dottrina in ragione del fatto che non è più soggetto a mutazioni; inoltre, papa Giovanni, non mancò di sottolineare il carattere “unitivo” della lingua latina anche «nel presente momento storico, in cui, insieme con una più sentita esigenza di unità e di intesa fra tutti i popoli, non mancano tuttavia espressioni di individualismo». Per questo, tale idioma «può ancora oggi rendere nobile servizio all’opera di pacificazione e di unificazione», giacché, non essendo legato «agli interessi di alcuna nazione, è fonte di chiarezza e di sicurezza dottrinale, è accessibile a quanti abbiano compiuto studi medi e superiori; e soprattutto è veicolo di reciproca comprensione.

Articolo completo:

http://lanuovabq.it/it/liturgia-e-traduzioni-il-rovesciamento-delle-gerarchie

Memoriale Domini

L’antica disciplina [della Comunione sotto le due specie] ora ripresa è servita senza dubbio a porre in maggior risalto il segno del convito eucaristico e la dimensione piena del mandato di Cristo; ma questa stessa più completa partecipazione alla celebrazione eucaristica, attuata nel segno della Comunione sacramentale, ha fatto nascere qua e là, in questi ultimi anni, un altro desiderio: quello di ritornare all’uso primitivo di deporre il pane eucaristico nella mano del fedele, perché se lo porti lui stesso alla bocca, e si comunichi così direttamente. Anzi, in alcuni luoghi e in certe comunità, questo rito è stato già introdotto senza la previa approvazione della Sede Apostolica, e talvolta senza che i fedeli vi fossero stati opportunamente preparati. È vero che in antico era abitualmente consentito ai fedeli di ricevere in mano il cibo eucaristico e di portarselo direttamente alla bocca; ed è vero che nei primi tempi i fedeli potevano anche prelevare il Santissimo dal luogo della celebrazione, soprattutto per servirsene come viatico, qualora avessero dovuto correre dei rischi per l’aperta professione della loro fede. Però le prescrizioni della Chiesa e gli scritti dei padri documentano con ricchezza grande di testi quale venerazione e quale attento rispetto si avesse per la Santa Eucaristia. «Nessuno si ciba di quella carne, senza aver fatto prima un atto di adorazione», dice Agostino; e per il momento della Comunione, si fa a ogni fedele questa raccomandazione: «… prendi quel cibo, e bada che nulla ne vado perduto». «È il corpo di Cristo». Inoltre la cura e il ministero del Corpo e del Sangue di Cristo venivano affidati in modo tutto particolare ai sacri ministri o a persone appositamente scelte e designate: «Quando colui che presiede ha terminato le preghiere, e il popolo ha fatto la sua acclamazione, coloro che noi chiamiamo diaconi distribuiscono a ognuno dei presenti il pane, il vino e l’acqua su cui è stata pronunciata la preghiera di azione di grazie, e ne recano agli assenti». Fu così che il compito di recare la Santa Eucaristia agli assenti venne ben presto affidato ai Sacri Ministri soltanto, allo scopo di meglio assicurare da una parte la debita riverenza verso il corpo di Cristo, e di provvedere dall’altra più responsabilmente alla necessità dei fedeli.
Con l’andare del tempo, e con il progressivo approfondimento della verità del mistero eucaristico, della sua efficacia e della presenza in esso del Cristo, unitamente al senso accentuato di riverenza verso questo Santissimo Sacramento e ai sentimenti di umiltà con cui ci si deve accostare a riceverlo, si venne introducendo la consuetudine che fosse il ministro stesso a deporre la particola del pane consacrato sulla lingua dei comunicandi.
Questo modo di distribuire al Comunione, tenuta presente nel suo complesso la situazione attuale della Chiesa, si deve senz’altro conservare, non solo perché poggia su di una tradizione plurisecolare, ma specialmente perché esprime e significa il riverente rispetto dei fedeli verso la Santa Eucaristia. Non ne è per nulla sminuita la dignità della persona dei comunicandi; tutto anzi rientra in quel doveroso clima di preparazione, necessario perché sia più fruttuosa la Comunione al Corpo del Signore.

Congregazione per il Culto Divino – Istruzione Memoriale Domini – 29 maggio 1969

Come accostarsi alla santa Comunione

160. Poi il sacerdote prende la patena o la pisside e si reca dai comunicandi, che normalmente si avvicinano processionalmente.
Non è permesso ai fedeli prendere da se stessi il pane consacrato o il sacro calice, tanto meno passarselo di mano in mano. I fedeli si comunicano in ginocchio o in piedi, come stabilito dalla Conferenza Episcopale. Quando però si comunicano stando in piedi, si raccomanda che, prima di ricevere il Sacramento, facciano la debita riverenza, da stabilire dalle stesse norme.

161. Se la Comunione si fa sotto la sola specie del pane, il sacerdote, eleva alquanto l’ostia e la presenta a ciascuno dicendo: Il Corpo di Cristo. Il comunicando risponde: Amen, e riceve il sacramento in bocca o, nei luoghi in cui è stato permesso, sulla mano, come preferisce. Il comunicando appena ha ricevuto l’ostia sacra, la consuma totalmente.

(Ordinamento Generale del Messale Romano)

La Conferenza episcopale italiana, avvalendosi della concessione prevista dal Rito della comunione fuori della messa e culto eucaristico, con delibera della XXXI assemblea generale (14-19 maggio 1989), dopo la richiesta «recognitio» della Santa Sede, concessa con decreto della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti in data 14 luglio 1989, n. CD 311/89, ha stabilito, mediante decreto dell’e.mo presidente card. Ugo Poletti, n. 571/89 del 19 luglio 1989, che nelle diocesi italiane si possa distribuire la comunione ancheponendola sulla mano dei fedeli.

Il modo consueto di ricevere la comunione deponendo la particola sulla lingua rimane del tutto conveniente e i fedeli potranno scegliere tra l’uno e l’altro modo.

For the USA:

160. The Priest then takes the paten or ciborium and approaches the communicants, who usually come up in procession.
It is not permitted for the faithful to take the consecrated Bread or the sacred chalice by themselves and, still less, to hand them on from one to another among themselves. The norm established for the Dioceses of the United States of America is that Holy Communion is to be received standing, unless an individual member of the faithful wishes to receive Communion while kneeling (Congregation for Divine Worship and the Discipline of the Sacraments, Instruction, Redemptionis Sacramentum, March 25, 2004, no. 91).
When receiving Holy Communion, the communicant bows his or her head before the Sacrament as a gesture of reverence and receives the Body of the Lord from the minister. The consecrated host may be received either on the tongue or in the hand, at the discretion of each communicant. When Holy Communion is received under both kinds, the sign of reverence is also made before receiving the Precious Blood.

161. If Communion is given only under the species of bread, the Priest raises the host slightly and shows it to each, saying, The Body of Christ. The communicant replies, Amen, and receives the Sacrament either on the tongue or, where this is allowed, in the hand, the choice lying with the communicant. As soon as the communicant receives the host, he or she consumes the whole of it.

For England and Wales:

In the Dioceses of England and Wales Holy Communion is to be received standing, though individual members of the faithful may choose to receive Communion while kneeling. However, when they communicate standing, it is recommended that the faithful bow in reverence before receiving the sacrament.

Permission for Communion in the hand for England and Wales was given 6 March 1976.