(Trascrizione in lingua italiana qui)
Categoria: Articoli in Italiano
Giovannino Guareschi e il latino
Il latino è una lingua precisa, essenziale. Verrà abbandonata non perché inadeguata alle nuove esigenze del progresso, ma perché gli uomini nuovi non saranno più adeguati ad essa. Quando inizierà l’era dei demagoghi, dei ciarlatani, una lingua come quella latina non potrà più servire e qualsiasi cafone potrà impunemente tenere un discorso pubblico e parlare in modo tale da non essere cacciato a calci giù dalla tribuna. E il segreto consisterà nel fatto che egli, sfruttando un frasario approssimativo, elusivo e di gradevole effetto “sonoro” potrà parlare per un’ora senza dire niente. Cosa impossibile col latino.
(Giovannino Guareschi, Chi sogna nuovi gerani?)
Sacerdozio e monachesimo benedettino
Del nostro amico e collaboratore don Sergio Paganelli, parroco di Sombreno (BG):
“Nell’attuale sbandamento e disorientamento dottrinale e pastorale, la spiritualità monastica benedettina è un esempio che può tornare a dare sostanza al ministero sacerdotale, specie nel caso del prete diocesano che vive immerso nel mondo, in un contesto difficile. L’autore di questo libro, in una lettera a un immaginario sacerdote novello, spiega come tornare a vivere l’essenziale con lo sguardo rivolto al cielo e a Dio pur nella complessa quotidianità di questo secolo”.
Disponibile qui e in libreria dal 31 ottobre 2019.
Leggi la prefazione al libro, di Aldo Maria Valli.
Nuova Musica per la Liturgia Eucaristica
Sabato 19 ottobre 2019 -Ore 17:00
Sala Locatelli Via Arena, 9 Bergamo (città alta)
TAVOLA ROTONDA
a cura di: Cristian Gentilini e Andrea Talmelli
Quale liturgia per quale musica?
Relatore: don Gilberto Sessantini (Priore della Basilica di S. M. Maggiore in Bergamo)
Scrivere musica e scrivere per la liturgia
Relatore: Pippo Molino (Compositore)
Il ruolo del Maestro di Cappella ai giorni nostri
Relatore: Roberto Brisotto (Direttore della Cappella Civica della Cattedrale di Trieste)
Unum loquuntur omnia: la percezione della Forma
Relatore: Umberto Bombardelli (Compositore)
Card. Sarah: la Chiesa Cattolica ha perso il senso del sacro
La crisi della liturgia è al centro della crisi della Chiesa. Se nella liturgia non mettiamo più Dio al centro, non lo mettiamo nemmeno al centro della Chiesa. Nel celebrare la liturgia, la Chiesa ritorna alla sua sorgente. Tutta la sua ragion d’essere è rivolgersi a Dio, dirigere tutti gli occhi verso la croce. In caso contrario, pone se stessa al centro; diventa inutile. Credo che la perdita dell’orientamento, di questo sguardo diretto verso la croce, sia il simbolo della radice della crisi della Chiesa. Eppure il Concilio aveva insegnato che “la liturgia è principalmente e soprattutto l’adorazione della divina maestà”. L’abbiamo trasformata in una celebrazione completamente umana ed egocentrica, un’assemblea amichevole che si autocelebra.
Non è quindi il Concilio a dover essere sfidato, ma l’ideologia che ha invaso diocesi, parrocchie, pastori e seminari negli anni seguenti.
La banalizzazione dell’altare, dello spazio sacro che lo circonda, sono stati disastri spirituali. Se l’altare non è più la sacra soglia oltre la quale Dio risiede, come troveremmo la gioia di avvicinarci? Un mondo che ignora il sacro è un mondo uniforme, piatto e triste. Vandalizzando la nostra liturgia abbiamo disincantato il mondo e ridotto le anime a una cupa tristezza.
(…)
Mentre la Sacrosanctum Concilium ha ripetutamente raccomandato la partecipazione consapevole e attiva e persino la piena comprensione dei riti, raccomanda in un passaggio la lingua Latina che prescrive che “i fedeli sappiano recitare e cantare insieme, anche in lingua latina, le parti dell’ordinario della messa che spettano ad essi”.
In effetti, la comprensione dei riti non è opera della sola ragione umana, che dovrebbe afferrare tutto, capire tutto, dominare tutto. La comprensione dei riti sacri presuppone una vera partecipazione a ciò che essi esprimono del mistero. Questa intelligenza è quella del sensus fidei, che esercita la fede vivente attraverso il simbolo e che conosce per sintonia più che per concetto.
(Leggi l’intervista completa qui)
Il 5 ottobre 2019 in Santo Spirito in Sassia per difendere Gesù-Eucaristia
Il 5 ottobre 2019, a partire dalle ore 18, si danno appuntamento a Roma, presso la Sala Conferenze di Santo Spirito in Sassia, i membri del Comitato internazionale ‘Uniti con Gesù Eucaristia per le mani santissime di Maria’, che si battono per una rinascita della devozione eucaristica, cominciata con Benedetto XVI. La Fede Quotidiana, per saperne di più, ha chiesto ad una delle componenti del gruppo, la consacrata polacca Agnieszka Rzemieniec di che cosa si tratta: leggi l’intervista completa qui.
Aggiornamento del 26 ottobre 2019: trascrizioni e video degli interventi qui.
Vuoi cantare il Gregoriano?
Card. Sarah: “Volete rinnovare la Chiesa? Allora dobbiamo inginocchiarci!”
Non riusciremo a riscoprire una comprensione della dignità della persona se non riconosciamo la sublimità di Dio. Solo allora l’uomo è grande e particolarmente nobile, quando cade in ginocchio davanti a Dio. Un grande uomo è umile, e un uomo umile si inginocchia.
Amici miei, anche se a volte ci disperiamo alla presenza dei potenti di questo mondo, se a volte deponiamo le armi davanti a loro, ricordate che nessuno può rubarvi la vostra libertà di inginocchiarvi.
Quando sacerdoti increduli abusano della loro autorità e vi impediscono brutalmente di inginocchiarvi a ricevere la Santa Comunione, non perdete la vostra pace e la serenità interiore davanti al Signore Eucaristico. Non opponete loro resistenza, ma pregate per i sacerdoti, la cui condotta bestemmia e profana Colui che tengono in mano. Cercate di imitare l’umiltà di Dio e mettetevi in ginocchio nel vostro cuore, nella vostra volontà, nella vostra mente, nel rispetto di voi stessi, insomma in tutto il vostro essere interiore. Questa è l’area riservata a Dio.
Un uomo in ginocchio è più potente del mondo! È un muro di protezione incrollabile contro l’empietà e la follia degli uomini. Un uomo in ginocchio fa tremare satana in tutto il suo orgoglio!
Card. Robert Sarah
(Traduzione di Alessandra Carboni Riehn)
Don Divo Barsotti e la lingua latina nella liturgia
Se la celebrazione liturgica non realizzasse l’unità trascendente degli uomini in Cristo, che cosa sarebbe di più che una riunione di amici, cui disturba ogni forma come inutile e falsa? Meglio cento volte un rito incomprensibile, che una celebrazione che si risolva in un puro incontro di amici – non certo perché l’incomprensibilità del rito illude più facilmente sul suo valore, ma perché meglio significa il suo contenuto reale di Mistero che trascende tutto l’umano.
(D. Barsotti, I cristiani vogliano essere cristiani, a cura di P. Canal, Cinisello Balsamo (Milano) 2006, pp. 45-46)
Non vuol dire proprio nulla la lingua nazionale nella liturgia. Il problema non è di capire sul piano intellettuale, ma di compiere un incontro reale con Cristo. E non vedo nella liturgia di oggi qualcosa che promuova un incontro con Lui.
(Ibidem, pp. 269-270)