Qual è il legame tra il “nuovo Messale” e il magistero liturgico del Sommo Pontefice Benedetto XVI? La risposta sembra essere: nessuno, almeno non nello specifico. Di qui ognuno potrà trarre da sé un criterio di giudizio oggettivo per valutare l’operazione. Circa la quale, a essere sinceri, vanno ammessi due possibili commenti. Il primo è che quella di Benedetto XVI sia stata una parentesi infelice nella storia della Chiesa, e quindi facciamo proprio bene a lasciarcela alle spalle, e anzi bisogna render onore ai prelati nostrani che con tanta finezza stanno evitando di apertamente sconfessare l’imbarazzante operato del vecchio Pontefice emerito. Il secondo è che quella di Ratzinger sia la via del futuro della Chiesa, al che faremmo bene a ricollegarci a essa quanto prima, e in questo caso, guardando alla nuova traduzione del Messale, possiamo solo sperare che essa comporti un rallentamento nell’adeguamento al Magistero petrino e non implichi un grave distanziamento da esso.
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