Pope Emeritus Benedict breaks silence on abuse crisis: full text

Our handling of the Eucharist can only arouse concern. The Second Vatican Council was rightly focused on returning this sacrament of the Presence of the Body and Blood of Christ, of the Presence of His Person, of His Passion, Death and Resurrection, to the center of Christian life and the very existence of the Church. In part, this really has come about, and we should be most grateful to the Lord for it.

And yet a rather different attitude is prevalent. What predominates is not a new reverence for the presence of Christ’s death and resurrection, but a way of dealing with Him that destroys the greatness of the Mystery. The declining participation in the Sunday Eucharistic celebration shows how little we Christians of today still know about appreciating the greatness of the gift that consists in His Real Presence. The Eucharist is devalued into a mere ceremonial gesture when it is taken for granted that courtesy requires Him to be offered at family celebrations or on occasions such as weddings and funerals to all those invited for family reasons.

The way people often simply receive the Holy Sacrament in communion as a matter of course shows that many see communion as a purely ceremonial gesture. Therefore, when thinking about what action is required first and foremost, it is rather obvious that we do not need another Church of our own design. Rather, what is required first and foremost is the renewal of the Faith in the Reality of Jesus Christ given to us in the Blessed Sacrament.

Read Benedict XVI’s full essay here.

La Chiesa e lo scandalo degli abusi sessuali

Il nostro rapporto con l’Eucaristia non può che destare preoccupazione. A ragione il Vaticano II intese mettere di nuovo al centro della vita cristiana e dell’esistenza della Chiesa questo sacramento della presenza del corpo e del sangue di Cristo, della presenza della sua persona, della sua passione, morte e risurrezione. In parte questa cosa è realmente avvenuta e per questo vogliamo di cuore ringraziare il Signore.

Ma largamente dominante è un altro atteggiamento: non domina un nuovo profondo rispetto di fronte alla presenza della morte e risurrezione di Cristo, ma un modo di trattare con lui che distrugge la grandezza del mistero. La calante partecipazione alla celebrazione domenicale dell’Eucaristia mostra quanto poco noi cristiani di oggi siamo in grado di valutare la grandezza del dono che consiste nella Sua presenza reale. L’Eucaristia è declassata a gesto cerimoniale quando si considera ovvio che le buone maniere esigano che sia distribuita a tutti gli invitati a ragione della loro appartenenza al parentado, in occasione di feste familiari o eventi come matrimoni e funerali. L’ovvietà con la quale in alcuni luoghi i presenti, semplicemente perché tali, ricevono il Santissimo Sacramento mostra come nella Comunione si veda ormai solo un gesto cerimoniale. Se riflettiamo sul da farsi, è chiaro che non abbiamo bisogno di un’altra Chiesa inventata da noi. Quel che è necessario è invece il rinnovamento della fede nella realtà di Gesù Cristo donata a noi nel Sacramento.

Leggi il saggio completo di Benedetto XVI qui. (fonte: ACI Stampa)

St. Michael the Archangel Prayer in Gregorian Chant

From www.ccwatershed.org:

Sáncte Míchael Archángele, defénde nos in proélio, cóntra nequítiam et insídias diáboli ésto præsídium. Ímperet ílli Déus, súpplices deprecámur: tuque, prínceps milítiæ cæléstis, Sátanam aliósque spíritus malígnos, qui ad perditiónem animárum pervagántur in múndo, divína virtúte, in inférnum detrúde. Ámen.

St. Michael the Archangel, defend us in battle, be our protection against the wickedness and snares of the devil. May God rebuke him we humbly pray; and do thou, O Prince of the Heavenly host, by the power of God, cast into hell Satan and all the evil spirits who prowl about the world seeking the ruin of souls.